Dal Giappone, tra teatro e lettura: un affascinante modo di raccontare le storie, dagli antichi spettacoli di strada ai giorni nostri
Il Kamishibai (纸 芝 居 Kamishibai), traducibile come “dramma di carta”, (Kami: Carta; Shibai: Teatro/Dramma) è un antico metodo giapponese di raccontare storie che ha avuto la sua massima espressione nel periodo del primo dopo guerra, quindi tra gli anni ’20 e gli anni ’50.
Si tratta di un originale ed efficace strumento per l’animazione alla lettura: in un teatrino in legno l’abile cantastorie lascia scivolare una dopo l’altra le immagini del racconto, leggendo e narrando la storia a suon di voce e strumenti musicali. L’immagine, racchiusa e incorniciata dalla struttura del teatrino, favorisce la concentrazione di chi partecipa al racconto delle storie e ne attira magneticamente l’attenzione, specialmente nel momento magico in cui si sfila una tavola e si intravede quella successiva.
Con l’avvento della televisione, il suo uso e mercato andò in declino fino quasi a scomparire. Fortunatamente il Kamishibai non è mai stato del tutto dimenticato, e negli ultimi anni l’interesse per questo strumento meraviglioso è tornato.
Oggi il Kamishibai è per i bambini un’occasione per stare insieme e un’importante attività di intrattenimento, sia all’aperto sia nelle case, nelle biblioteche e nelle scuole, del Giappone e non solo.
Piace ai bambini e ai bambini cresciuti, che forse qualche volta hanno un po’ di nostalgia dei momenti in cui erano loro i destinatari dei racconti.
È un’occasione per vivere un’esperienza che può accomunare persone di ogni età, senza fretta, immagine dopo immagine, parola dopo parola.